Nella vertenza che contrappone Greenpeace USA alla compagnia petrolifera Energy Transfer (ET) in merito alla libertà d’espressione la giuria composta da nove giurate e giurati di un tribunale del North Dakota ha condannato le ambientaliste e gli ambientalisti a pagare 660 milioni di dollari. Il motivo: Greenpeace USA aveva espresso la sua solidarietà con la protesta di gruppi locali contro un oleodotto della ET.
Il verdetto dei giurati nella contestata causa SLAPP (Strategic Lawsuit against Public Participation) è stato pronunciato al termine di un processo durato tre settimane. Le cause SLAPP sfruttano sistematicamente mezzi legali come richieste di risarcimento dei danni per mettere a tacere voci scomode. Greenpeace USA valuterà con Greenpeace International (GPI) se ricorrere negli Stati Uniti contro la sentenza. Attualmente le ambientaliste e gli ambientalisti si stanno battendo in un processo ad Amsterdam per recuperare i costi delle cause farlocche intentate da ET contro GPI negli USA. ET ha la possibilità di esprimersi in merito tramite un avvocato olandese entro il 2 luglio 2025.
«Siamo testimoni di un ritorno catastrofico a quel comportamento irresponsabile che alimenta la crisi climatica e che antepone i profitti dai combustibili fossili alla salute pubblica e a un pianeta vivibile», ha dichiarato Mads Christensen, Direttore di Greenpeace International. «La precedente amministrazione Trump ha impiegato quattro anni per smantellare misure protettive per aria e acqua pulite e la sovranità delle comunità indigene, e ora vuole portare a termine con i suoi alleati quello scempio mettendo la museruola alla protesta. Non ci lasceremo intimidire. Non ci metteranno a tacere.»

Le persecuzioni e gli attacchi contro chi si impegna quotidianamente per difendere il pianeta e i diritti umani stanno aumentando. Non permettiamo che ci mettano a tacere!
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